Anche oggi quella mail che arriva e scombussola i sottili equilibri, quelle relazioni che pensavi di aver imparato a governare. Ancora una volta, non è vero niente. A volte considerare le cose in questo modo così “asciutto” porta chi non ti conosce a percepire in te tristezza e vuoto. Tristezza non è. E’ solo consapevolezza. E’ solo riconoscere chi ti porti in qualche modo sempre dietro - anche se pesa, anche se a volte vorresti abbandonarlo su un marciapiede come il peggiore degli uomini cercando di addossargli la colpa per tutto ciò che non siete stati – ma poi, sistematicamente sei li, a dargli ancora una volta la possibilità di "essere" nella tua vita, anche se lui non ti sta propriamente pregando in ginocchio.
Solo ti vuole bene.
E fai di tutto, per cercare di avere il coltello dalla parte del manico senza essere – semplicemente – quella che la possibilità l’aspetta, ogni secondo, ogni minuto, ogni giorno, mail per mail. Non si potrebbe definire nemmeno amore, motivo per cui non potresti bussare alla porta con il tuo cuore in mano donando te stesso. Solo prendere. Per dare deve passare più tempo, tu, che sei una di quelle che ha bisogno di essere più che convinta, talmente convinta che poi arrivi in ritardo.
Il vero problema è che realmente non vuoi niente ma lui, lui ti confonde e tu, tu che hai conosciuto un amore così adolescenziale non sai cosa questa nuova forma di affetto sia. E’ quello che ti fa venire le palpitazioni se ti accarezza ma che non hai mai voluto baciare, è quello con cui vuoi svegliarti la mattina ma non fonderti insieme nella notte. Lui è la tua contraddizione, la più profonda tra tutte le contraddizioni, è l’inutile indispensabile.
Troppo indispensabile per essere solo inutile.
Troppo difficile da vivere.
Troppo bello per lasciarlo semplicemente andare.
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