boccolosa, ed anche, un po' paffutella.
molto timida, ma, sempre sorridente,
prestissimo, lei, aveva imparato a parlare.
sognava di voli, sollevata in quell'aria,
scendeva le scale, ampie di corrimano.
portava la pizza, lei, giù per le scale,
e inciampando scendendo, incredibilmente volava.
le scarpe e calzini, e pizzi e quadretti,
e guance ridenti volando più su.
era di fate, era beata,
era sorrisi, di giorno ogni dì.
bambina era gaia, si sentiva buona,
sempre di tutto, il colore più rosa.
posava per foto, di album a natale,
le mani appoggiate, sulla panchina.
cotone di neve, le sembrava per sempre,
ogni giorno era luci, era uovo sul pane.
con le nonne l'estate, l'acquisto dei fiocchi,
di nastri adornata, attendeva i momenti.
la minuta sorella, era un giorno arrivata,
piccola e nera, dai lunghi capelli.
frignava, piangeva, quasi mai sorridente,
ma lei, dal cuor grande, le stringeva già a sé.
trascorrevano i giorni, veloci o tranquilli,
cresceva tra nonne, la mamma, il papà.
la bimba era lei, che fino ad otto anni,
era solo angelo, bruchi e farfalle.
dormiva di un bene che lei augura a voi,
amati oggi, e ieri, e ancora di più.
per tanti bambini, lei, spera di leggere,
strofe sfiorate da una polvere blu.
accese lucine, di cieli stellati,
di una ninna nanna, di bambagia quaggiù.
di notti e di incubi scacciate i pensieri, stringendo più forte, orsetti e peluches.
No comments:
Post a Comment