14 February, 2011

qualcuno mi spiega per favore cosa è l'amore?

qualcuno mi spiega per favore che cos'è l'amore? 
continua a risuonarmi nelle orecchie il film the holiday che inizia con il discorso di kate winslet, il personaggio che potrebbe sembrare il più sfigato del film, che parla di amore e sofferenza citando shakespeare. io sono qui stasera e rimungino in nessun posto oltre quello in cui vorrei essere. scrivo e riscrivo, a penna, al computer, a mente ed ho impresse delle immagini che per me di più si avvicinano all'idea che ho dell'amore. e l'unica idea che oggi ho d'amore non è la stessa che avevo ieri. oggi ci sei tu signor m.annaggia. quello che mi chiedo è, domani? domani ci sarai ancora tu o la natura di questo sentimento sarà semplicemente proiettata su qualcun altro? come si fa a capire cosa è per sempre? mia mamma un po' di tempo fa mi ha ammonito, mi ha ammonito in un modo che credo sia comune a pochi genitori. mi ha detto che anticamente, e tutt'oggi per chi ci crede, dire "per sempre" lascia svanire un pezzetto di te, che "per sempre" sarà di qualcun altro. come se la tua anima si frammentasse. io credo che ogni qual volta proviamo un sentimento molto forte per qualcuno, c'è una parte di noi che non avremo più indietro, quella parte legata per esempio a te. e anche se la vita va avanti e ci si innamorerà altre volte, ci saranno cose che non torneranno. ne arriveranno sicuramente di nuove e diverse, a loro modo sorprendenti ma mai uguali. ci saranno sempre quelle piccole e meravigliose sfumature che caratterizzeranno noi e gli altri, come venuzze che colorano l'aura.

14/02/2011 h. 22:48

01 February, 2011

pensieri di un finale di serata.

sensazioni di una serata passata a parlare di "finali". 
il finale, chissà perchè, è ciò che ti resta sempre più impresso. succede per le rappresentazioni teatrali, per i balletti, succede agli esami. accade anche nei rapporti: sempre meglio partir male e poi riprendersi piuttosto che il contrario.
ho sempre fatto caso a quando ordini i gusti del gelato. sul cono - assurdo, ma ho fatto delle prove - il primo gusto che viene messo sul gelato, e quindi l'ultimo che mangeremo, è sempre l'ultimo, è la tua chiusura dolce. l'ultimo sapore, l'ultima impressione, l'ultimo profumo nel naso, è questo che ci ricordiamo. non so se scientificamente sia provato o se sia solo la nostra memoria ad avere facilità maggiore con le memorizzazioni di atti o immagini più recenti; quello che so è che la conclusione conta sempre e pesa tanto.
che sia esso bello o brutto ne è fondamentale la presenza, senza la quale il processo di metabolizzazione diventa più complicato, a volte quasi impossibile. senza il finale non siamo pronti, non sigilliamo, non chiudiamo, siamo sospesi. la sua assenza è un ulteriore appiglio, una bacata convinzione di esistenze falsate.
anche io voglio il mio finale, con te. 
e non ne voglio uno qualunque, ne voglio uno romantico, che riassuma tutto e che ci lasci andare, che non sminuisca nulla - ne lo ingigantisca - e che permanga nel tempo.
se i ricordi di alcuni rapporti convivranno con noi per più tempo di quanto questi rapporti siano persistiti è doveroso scegliere come rinchiuderli, prima nel cuore e poi, più avanti, con il tempo, in un angolo lontano e personalissimo della nostra memoria.

io ne voglio uno come il concerto di vienna del primo dell'anno, però al contrario, con la stessa enfasi, ma in chiusura. 
in fondo ogni interruzione rappresenta l'inizio di altro, almeno, fino al prossimo finale.