Così poi non vi dovrò raccontare tutto, i momenti rimangono più vivi se fissati velocemente.
COSTA RICA TRAVEL'S DIARY
3 agosto 2010 - 15:02
L'aereo per Madrid sta per decollare. Questo viaggio ha ufficialmente inizio.
Day 1 | Flight to Madrid - 16:36
Il volo IB3679 è partito in ritardo. Credo che arriveremo circa con 30 minuti di delay. Iniziamo subito! Incredibilmente sono già riuscita a non perdere il volo anche se hanno provato a confondermi con un repentino cambio di gate. L'aereo è più comodo di come me lo immaginavo. La tipa dietro di me ha deciso di sdraiarsi a tal punto che ogni tanto mi ritrovo il suo piedaccio sotto il bracciolo: tra poco glielo taglio! eheh.
Non avevo mai preso l'aereo con le lenti a contatto. Le ho dovute togliere subito dopo il decollo, mi veniva troppo da vomitare. Mi viene tutt'ora. Magari le lenti non sono le responsabili di questo malessere ma nel dubbio non le ho più.
Il tipo seduto qui vicino a me ha dei polpacci enormi ma sembra una persona simpatica. Nella fila davanti invece ci sono sei scimmie urlatrici.
Il tempo è bello, ecco, ecco che di nuovo compare quel piede dietro il mio bracciolo.
Sono molto molto emozionata, sarà un fantastico viaggio. Quando tornerò questi appunti profumeranno di Costa Rica e di Sole.
Day 1 | Madrid / Plaza del Carmen - 20:50
Seduta ad un tavolino, ho appena ordinato un bocadillo con tortilla espanola. Questa piazza si trova dietro la Gran Vìa, è un posto molto carino. Credo sia per la stanchezza, mi gira un po' la testa. Il pellegrinaggio è definitivamente iniziato, non me ne rendo ancora conto. Essere qui in un bar, sola e rilassata è una cosa che un anno fa non avrei mai fatto. Come ci è stato ampiamente dimostrato siamo esseri mutevoli, mutevolissimi.
Dall'altro lato della strada ci sono due ragazzi su una panchina che si baciano, sembrano molto innamorati. C'è anche un ponte qui, un ponte basso, al centro della piazza; ci sono anche alcuni alberi. Sembra un piccolo parco. E' una bella piazza, una posto tranquillo.
Day 2 | San Josè – 14:25 (Roma 22:25)
E’ appena iniziato a piovere. Sono a casa con Daniel, un coinquilino di Francesco, e la sua fidanzata spagnola che però non ho ancora capito come si chiama – sono molto simpatici. Insieme sono stati in giro per il mondo, è piacevole parlare con loro.
Ieri sono arrivata in aereoporto a Madrid - alle 8:30 di mattina, subito al check in e poi al gate. Ho conosciuto delle persone già in fila per salire sull’aereo, molte di loro erano in stand by. In aereo seduta vicino a me c’era una ragazza dell’Honduras – devo scoprire dove si trova, credo sia qui vicino ma non so di preciso dove.
Il viaggio è stato decisamente lungo. 11 ore durante le quali altro non ho fatto che mangiare, guardare film, mangiare, guardare film, ancora mangiare e di nuovo film. Non mi sono addormentata neanche per un secondo…
A due ore dalla fine del volo il mio unico desiderio era scendere dall’aereo. Non so se ne siete già al corrente ma l’aereoporto di San Josè ha il nastro trasporta valigie più lento della storia. Ci hanno messo più di 1 ora a farle comparire tutte – senza parlare poi di quanto poteva impiegare una valigia a fare il giro completo del nastro eheh. Mentre aspettavo il mio bagaglio, il tipo della dogana praticamente è diventato il mio migliore amico!
Sono uscita dall’aereoporto che ormai erano le 16:10. Ad aspettarmi fuori – come nei migliori film – c’era qualcuno.
E’ stato bello vedere Fra: ci siamo visti dal vetro, poi ci siamo sorrisi, avvicinati ed abbracciati. E’ stato proprio il saluto che ti immagini quando vai trovare qualcuno a cui vuoi molto bene. E’ stato emozionante, ero felice.
Dall’aereoporto ci siamo mossi in autobus; l’aereoporto dista dalla città circa 12 km. Il paesaggio è il classico che ci si immagina quando si pensa ad un paese latino americano però meno povero. Arrivati a San Josè abbiamo preso un taxi per arrivare nella redazione del giornale dove lavora Fra. Avenida Segunda, la strada principale di San Josè era completamente bloccata dal traffico. Guidano come dei criminali eheh.
Siamo rimasti in redazione per circa un’ora. Un edificio strano, un po’ coloniale e decadente dall’esterno, solo decadente dall’interno: affascinante. Tornati a casa in taxi alle 20:00 – io ero ancora in giro con un trolley e-n-o-r-m-e ci siamo accomodati e preparati un mojito(ma mojito o mohito? boh!), per tirarci un po’ su e per me erano solo le 4 di mattina.
A casa ho subito preso possesso della mia stanza – che è comunicante con la lavanderia – e finito il mojito di corsa doccia per non svenire, non puzzare ed uscire.
La casa in cui siamo è molto carina, su due piani, parquet qui e li sui pavimenti, scala di legno, un salone gigante pieno di divani; siamo nel quartiere degli studenti, San Pedro. Per il momento vivono con Francesco e Daniel anche Casey – un ragazzo americano che insegna inglese e che oggi a colazione mi ha spiegato cosa è in inglese la Schwa* - ed anche altri 2 ragazzi: un canadese che si chiama Bjorne ed un 3° di cui non ricordo il nome.
Appena usciti ieri sera ho iniziato subito a sentirmi stanchissima ed a quel punto ho capito che l’unico modo per sfangarla e sopravvivere al mio tour di 30 ore in piedi sarebbe stato alcolizzarmi. Fortunatamente la mia mozione è stata accolta all'unanimità – dopo 2 ore eravamo quasi completamente sbronzi: presentabili ma sbronzi.
Il locale in cui ci siamo ubriacati sembra essere il posto più “cool” di San Josè: si chiama La Chicha.
Per sapere come è andata la mia serata alcolica però dovrete attendere fino a domani, non è stata ancora sintetizzata su carta. Tranquilli, nessun danno considerevole.
* chi lo sa? wikipedia non vale!
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