Mi guardo dall'esterno e riesco a ridere di me.
Goffa e spaventata da una costanza di bugie, ancora a raccontarmi storie che non esistono, tutto per aderire alla mia realtà, ad ogni costo.
È una lotta estenuante, è convincermi ogni giorno di quanti angeli rosa sorvolino il mio cielo. Sono cuffie nelle orecchie in una piazza da tivù. E' alienazione.
È guardarti negli occhi e non voler ammettere fantasia.
Essere tesa e sentire la pressione abbassarsi e dare la colpa a quella sigaretta che stiamo fumando, quella che faccio finta di non desiderare e che invece fumerei due volte.
È la leggerezza ed è anche lo stupore, ti invadono, quando dallo stomaco viene vomitato sul foglio ogni accadimento. Ieri non succedeva, ieri le parole erano legate insieme con un solo scopo: impressionare.
È alzare lo sguardo per cercare gli occhi di qualcuno ed avere timore di incontrare i tuoi, e cercarli, ancora. Voglia di attimi solo pieni e di un naso alla vaniglia. È una "roba" di fiducia: mi fido, senza motivo.
Immobile su questo foglio, tutto questo proprio non ci vuole stare.
È molto semplice e faticoso, tu vibri, e mi ispiri, e poi mi blocchi.
Eh sì, mi ispiri e se non ti sblocco non scrivo, quindi, eccoci qui.
Mi hai fatto venire voglia di prendere uno zaino, riempirlo di momenti, emozioni e dolore e di mettertelo in spalla. Non ho idea del perché, solo mi è chiaro, non ti posso ingannare, e, la cosa, mi infastidisce, ma raccolgo la sfida, perchè in fondo, da morire, mi affascina.
Se potessi fermarti lo farei.
Tendo a te, tu vibri.
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