26 August, 2011

watson, abbiamo un problema.

Una cena ieri sera, tre ragazze, un'insalata, che tanto bella e tanto buona, con il pesce sminuzzato, la raccontano proprio qui, in una ricetta perfetta.
la giornata passata a voler essere cinesi, che come dice la Pazzy puoi sentirti Sherry, Brandy o Whisky, l'importante è confonderli, con occhi a mandorla, macchina fotografica, clic-clic-clic-clic, file e code infinite, omini ordinati, borse griffate, e ancora, snervanti, tutti quei cheese.
confidenze, o solo preambolo, a sprazzi, sincerità.
un incontro, ieri tardi, con quei ragazzi, quelli che scrivono, o questi a cui piace dire di farlo; certi non lo dicono, ma poi lo fanno, - che, facciamoci un complimento, non siamo diversi, siamo eterogenei. ognuno completamente per i fatti propri, ma sai, "quando si sta bene, il tempo vola", così, continuiamo a riunirci: un po' non abbiamo troppo da fare, ma ci piace sentirci impegnati, forse, a volte, ci siamo anche simpatici, altre ci guardiamo, e si tace, perché, non è che si abbia troppo da condividere, poche cose, come le risate, quelle grasse,  quando si scambiano gli zerbini, tappetini dei vicini, a forma di cane, e ad un certo punto, mentre ti lavi i denti, lo vedi quel cane zerbino, ti fissa, e tu: ridi! 
la piazza ieri notte, dove parlo con uno di QuestiQui, con un nome che bah, se lo leggi, è sicuro, lo leggi male - e allora gli dico "RagazzoConUnNomeAssurdo scriviamo?" e lui, un po' basso, mi dice, "scrivi, scrivi, scrivi. i cazzi tuoi, quello che ti capita, quello che succede ad altri che conosci, poi ci aggiungi un prima, un dopo, ed ecco qui, hai cinque pagine." 
Quindi, ecco, proviamoci, vediamo quante righe escono fuori scrivendo 'sta cazzata. 


5 righe - lui, diceva cinque pagine, evvabbè.  


un ieri notte più tardi in un parco, quello dei Cervi, a Milano (credo - cioè, credo il nome del parco, su Milano son certa.) - nacchere, bonghi, chitarra e fisarmonica, candele, tabacco, profumo di erba bagnata, un'escoriazione sulla chiappa destra - arrivarci, non è affatto semplice.


un bel post inutile, che dunque, elegantemente, chiuderei così: tanto va la gatta al lardo, che (...). Al lardo, al largo, al lago? 'ndò va?


i detti (e le citazioni), tutti sbagliati.
watson, abbiamo un problema.

24 August, 2011

via dell'unione, milano. | secondo tempo.

aperti gli occhi, scese le scale, preso il telefono, letto un messaggio, inviato ore 04:27.
spunta un sorriso, assonnato. non smetterà presto di piacermi il momento in cui giorno e notte si incontrano, mai nella banalità di un alba o un tramonto, quando si dorme, ed il messaggio pre-sonno di qualcuno è il risveglio di un altro. otto e quaranta, come sempre, tardi. corri corri corri, al volo fuori casa, vestita, quasi in pigiama, ma allegra al punto che questa milano quasi sembra  fresca, senza saperne di quei trentatré gradi alle nove del mattino. 
seguo un consiglio, stamani di nuovo si cammina, punto tutto sulla mia via, dell'unione. 
a passo svelto, dentro ad un paio di ballerine nere - che il verbo appropriato è "zampetto" - rispondo al mio messaggio, lo scrivo, un po' cancello, correggo, torno indietro, mi convinco, ci penso un attimo, clic, lo invio.
alzo lo sguardo, sono fuori, via dell'unione è finita, mi sento un po' derubata, un po' cedevole, questa strada è MIA, ma se vuoi, per un po', la presto anche a te, forse solo per il tempo di un sms.

05 August, 2011

summer - day 2.

La Maddalena, isola.
una casa che ha segnato un'infanzia, che dei pochi ricordi che hai, quelli belli e anche quelli brutti, sono qui.

cinque ragazze, per il momento, qui. persone scomposte, che sembrano provare ad adattarsi a vivere insieme quasi senza conoscersi, perché a volte, gli sconosciuti sono terapeutici.

in una casa con dei pavimenti verdi, con la musica che costantemente suona, questa sera battisti, perché non è che dobbiamo sempre essere al cento per cento, ed a volte ti va solo di cantare, di dedicare quei maledetti versi.

LALLI, è bionda, è identica alla mia amica violante, quella che è diventata mamma pochi giorni fa e ancora non ci posso credere. lalli è il dipinto della dolcezza, un po' sofferta, ma quando ride, da sotto quel cappello bianco ed i ricci biondi, è proprio bella.
FRANCESCA è mia sorella. porta sempre, quando è al mare, i capelli, lunghissimi, raccolti sulla testa: ha quel "tuppo" invidiabile, che quasi la slancia. non può passare inosservata, perché se la guardi bene, un po' brilla, ma di nascosto.
GIULIA, l'amica di sempre, l'amica di famiglia, è una sorella in più, la figlia della migliore amica della mia mamma, sa tutto di me, giulia è assenza di disagio.

- ed ora stanno brindando, vino bianco e crema spalmabile al formaggio, vociano e parlano di cibo, cibo e ancora cibo.

GIUSI, la quarta del gruppo, amica di giulia. la conosco da anni, senza averla mai frequentata. giusi è stata una recente scoperta, lei e le sue confidenze: confessioni di attimi che a lei sembravano di debolezza e che invece a me continuavano ad impressionare, chiare le sue idee come cristalline sono le acque che circondano quest'isola.

- e giulia adesso litiga con un pesto che non si scioglie, lalli canta e canta battisti - si stanno sedendo a tavola, ed io le guardo da questo divano, e mi chiedono quanta pasta voglio, ed io dico sì, ma non ho visto, rispondo a caso.

ed io, poi ci sono, un po' irrequieta oggi, un po' felice, un po' abbronzata: di me però, parliamo un'altra volta, si deve andare a mangiare, non abbiamo fretta.